Sono passati ormai tre anni da quando Alessandro Codina, Franco Diana e Davide Maisto decisero di investire tutto ciò che avevano nell’autoproduzione della puntata zero di un format televisivo completamente nuovo, che avrebbe potuto finalmente rinnovare, revitalizzare e ridare dignità a un mezzo ormai relegato alla funzione di grande contenitore di inutilità.

L’idea era tanto semplice quanto rivoluzionaria, di quelle che ti fanno pensare come sia possibile che non fosse venuta in mente prima a nessuno: unire la letteratura e i viaggi – due grandi passioni degli autori – per mostrare le città italiane attraverso lo sguardo degli scrittori che le hanno abitate, amate e raccontate. Questo sarebbe dovuto essere Writaly – L’Italia di chi scrive.

Il punto di partenza fu Napoli, ma una Napoli lontana dai luoghi comuni che gravitano attorno alla città e necessariamente ne limitano la visione. Codino, Diana e Maisto scelsero tre importanti scrittori napoletani con cui collaborare per dipingere una Napoli nuova, filtrata attraverso i loro occhi e le loro pagine. Diego De Silva, Antonella Cilento e Raffaele La Capria sono i protagonisti dell’episodio zero.

Nonostante l’interesse mostrato da Rai 5 e Sky Arte, Writaly non vide mai la luce di un’effettiva distribuzione e rimane tutt’oggi nell’ombra degli hard disk degli autori. La cultura, in particolare la letteratura, non funziona in televisione – dicono gli esperti del business –, neanche se dietro ci sono tre menti giovani e fresche, che hanno scritto, prodotto e girato da soli un prodotto audiovisivo completo e indubbiamente interessante. Basterebbe fare un sondaggio tra i nostri lettori per rendersi conto che molti lo guarderebbero; anzi, molti che non possiedono la televisione rimpiangerebbero di non averla e, forse, ci farebbero un pensierino proprio se sapessero di potervi trovare prodotti come Writaly.

Mosca bianca nel panorama dei format televisivi italiani, Writaly sarebbe potuto essere quel prodotto che tutti aspettavamo per trainare da un lato la programmazione del piccolo schermo italiano verso la cultura e la valorizzazione del nostro Bel Paese e dall’altro quella fetta di giovani rassegnati a una televisione solo litigi e scandali verso la speranza di una televisione che valga la pena accendere.

Benedetta Pini