Voto

7.5

Promosso e distribuito (notare il sottotitolo) come un blockbuster militaresco di scarsa ambizione, Wolf Call – Minaccia in alto mare si rivela al contrario un film d’azione sorprendentemente ben calibrato ed efficace. Il merito del regista e sceneggiatore Antonin Baudry  – qui al suo debutto cinematografico –, infatti, non è solo quello di aver realizzato un dramma serrato e convincente, ma anche di aver scelto un taglio insolito per la propria storia, portando l’eventualità di un nuovo scontro nucleare sott’acqua nel mondo dei sonar, delle tracce acustiche e degli analisti incaricati di affiancare le operazioni militari sottomarine.

L’orecchio del giovane Chanteraide (François Civil) è il protagonista assoluto del film: i primissimi piani dell’analista, impegnato a riconoscere le tracce sottomarine di uno scontro in atto al largo della Siria, aprono il film e invitano immediatamente lo spettatore ad assumere una posizione di ascolto, inaugurando il dualismo tra silenzioso immobilismo e concitate azioni belliche che guiderà l’intera pellicola. Sullo sfondo dei canti del lupo (gli echi dei sonar nemici che danno il titolo al film) si muove un cast all star (e all men) di tutto rispetto: Reda Kateb (visto di recente Fratelli Nemici – Close Enemies di David Oelhoffen in un’interpretazione similmente lodevole), Omar Sy e athieu Kassovitz sono gli ufficiali della marina francese che si battono per salvare il mondo da una nuova guerra nucleare.

Giorgia Maestri