Lungometraggio d’esordio del regista e sceneggiatore lucano Vincenzo Lauria, presentato alla 66° edizione del Taormina Film Fest nella Sezione Indieuropea – dove ha vinto il Premio del pubblico di MYmovies -, Verso la notte racconta di Maryam, ragazza iraniana che decide di realizzare un documentario sulla vita di Anna, una senzatetto di Roma costretta a vivere per strada dopo la rottura con l’ex-marito. Durante le riprese, il professore di cinema di Maryam le affianca Hesam, anche lui iraniano e appassionato cinefilo, per aiutarla con le riprese. I due finiscono per innamorarsi, ma il loro sentimento diventerà talmente totalizzante da farli sentire limitati, in gabbia.

Hesam è la voce narrante del film, che attraverso lunghi flashback racconta all’amico Mehran le fasi della relazione con Maryam, dall’inizio alla rovina per come l’aveva predetta Anna. Maryam e Hesam si buttano infatti in questa relazione perché desiderosi di felicità, dedicando a quell’unione anima e corpo. Ma come spesso accade, a ogni momento di quiete segue la paura di perdere tutto, tramutandosi in ansia che mina piano piano la relazione. La causa principale della rottura tra i due è infatti il sentimento di gelosia immotivato che scatta in entrambi; quel fastidio prima tenue, poi profondo che nasce quando qualcuno o qualcosa può costituire un rivale – ricordando gli stati d’animo descritti da Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso. Sopraffatti dalle insicurezze, i due porteranno alla rovina la loro stessa relazione, complice la tendenza al dominio di Hesam nel tentativo di controllare la partner. Perfino il punto d’incontro artistico tra i due – il documentario su Anna -, che ha fatto scoccare la prima scintilla tra i due, si rivela progressivamente l’ennesimo terreno di scontro morale.

Attraverso una rappresentazione metacinematografica della vicenda, in cui cui Anna e le sue visioni premonitrici fanno da specchio della coscienza dei protagonisti – come il coro nella drammaturgia greca classica – il film restituisce la parabola di una relazione che assurge a un respiro universale e radicalmente empatico.

Laura Ferrari