Voto

7

Come un gatto in tangenziale è molto più di quanto si possa intuire dal trailer. L’essenza è chiaramente quella di un film comico, ma la drammaticità che contraddistingue i temi trattati esce allo scoperto in numerose occasioni, zittendo lo spettatore e costringendolo alla riflessione; ciascuno dei presenti in sala avrà dovuto fare i conti con la propria ipocrisia.

Ed è esattamente quello che succede ai due protagonisti, interpretati da Paola Cortellesi e Antonio Albanese, magistralmente convincenti nei reciproci ruoli, ciascuno dei quali viene spinto a confrontarsi con esperienze, abitudini e filosofie di pensiero totalmente differenti dalle proprie. La distanza che separa il centro di Roma dalla periferia e i loro rispettivi abitanti appare così immensa e insormontabile: è come passare attraverso un portale che collega due estremi di una stessa realtà, inspiegabilmente tanto diversi.

Ma è proprio attraverso il rapporto e i dialoghi tra i due protagonisti che il regista Riccardo Milani riesce a far emergere l’ipocrisia del ceto medio, così come l’ignoranza e il degrado imperanti negli ambienti periferici. La dialettica tra gli opposti è quindi il punto focale della pellicola e il solo modo possibile di porre davanti agli occhi dello spettatore, tramite l’uso della comicità come filtro, i fallimenti e la disumanità della società contemporanea, ancora oggi inesorabilmente scissa.

Federica Romanò