In onda dal 18 al 24 novembre su Crime+Investigation (canale 119 di Sky) Twisted Faith – Culti pericolosi, un evento televisivo internazionale che nasce dall’ibridazione di docu-serie, short movie e feature doc e indaga le degenerazioni criminali di alcune associazioni religiose in varie parti del mondo.

Tra i programmi proposti spicca La mia vita in una setta: una serie di 9 episodi che riflette sul confine tra fede e comunità settaria. La giornalista Elizabeth Vargas (vincitrice di un Emmy Award per il caso Elián González) raccoglie le terribili storie vere delle vittime che sono riuscite a fuggire dalle opprimenti congregazioni pseudo-religiose, dopo essersi lasciate coinvolgere al loro interno per anni. Intervistando ex adepti, familiari, forze dell’ordine ed esperti del settore, Vargas fa emergere tutta la verità, i soprusi, gli orrori e i ricatti perpetrati da quelle sette, sepolti da cumuli di bugie, nel nome di un Dio incommensurabile, invocato per pretesto e privo di misericordia e di pietà.

La Società Torre di Guardia è una costola dell’organizzazione religiosa nota come testimoni di Geova, che conta oltre 8 milioni di adepti in tutto mondo. I fedeli di questo culto considerano la Bibbia come un documento storico attendibile e sono fermamente convinti che Satana sia un personaggio reale e non solo la personificazione del male o una metafora della componente peccaminosa insita nell’essere umano. È lui che domina l’ordine delle cose e del mondo, influenzando e ingannando l’intera società. I testimoni di Geova si dedicano all’individuazione di Satana nel mondo per estirpare il suo male onnipresente, in attesa che arrivino i fatidici “ultimi giorni”, dopo i quali sorgerà un nuovo Regno di Dio retto da Cristo, nel nome della pace e della giustizia.

In quel momento, denotato come Armageddon nell’Apocalisse, Gesù giudicherà le persone del mondo e deciderà chi si salverà o meno: i testimoni di Geova sono convinti di partire avvantaggiati. Romy, protagonista della prima puntata della serie, lo sa bene. La comunità non ha un leader, ma un corpo direttivo, che non esita a insabbiare i peggiori misfatti compiuti da alcuni membri per mantenere l’apparenza positiva dell’organizzazione. Molestie sessuali e tentati annegamenti sono solo alcune delle torture che Romy racconta di aver subito; ma la regola della setta è che un solo testimone non basta, e la vittima, sola, viene bollata come bugiarda. Nemmeno sua madre, fervente fedele, le crede.

Barbara Anderson, ex membro e oggi esperta studiosa della congregazione, racconta tutti gli oscuri segreti e gli orrendi soprusi perpetrati dalla setta. È riuscita a fuggire solo dopo molti anni di militanza, resistendo nell’organizzazione con la speranza di riuscire a cambiarla dall’interno, portando il direttivo stesso a combattere contro le proprie mele marce. In un disperato tentativo di rivalsa, Romy prova a mettersi in comunicazione con i vertici dell’associazione attraverso una lettera che forse nessuno leggerà mai, ma che testimonia nero su bianco un male ancora da metabolizzare.

Tra bugie smascherate e ancora da smascherare, luoghi comuni da abbattere, misteri e terribili violenze, l’unica cosa che conta è rompere il silenzio, per fare luce in un’oscurità a cui ci si stava colpevolmente abituando. Se siete affascinati dai risvolti inquietanti di dinamiche sociali ben più diffuse di quanto pensate, questa è la serie che fa per voi.

Federico Squillacioti