Voto

6

Si sente spesso dire che Tommaso Paradiso e i suoi Thegiornalisti hanno ucciso l’indie, indirizzandolo verso un labirinto pop che non ha più paura di featuring famosi, tormentoni estivi e cantanti italiane. Ma questo è semplicemente il loro obiettivo dichiarato.

Love, tassello mancante di un’ipotetica trilogia iniziata con Fuoricampo e Completamente sold-out, riprende alcuni degli schemi dei precedenti lavori, ma è meno compatto e all’ascolto più fugaceLe dichiarazioni struggenti per il padre immaginario, agognato di Dr. House, con il suo fare burbero la sua personalità così schietta, rendono il pezzo una hit, tanto che al momento dell’uscita poteva già vantare uno stuolo di pareri favorevoli e condivisioni.

I due pezzi già editi, Questa nostra stupida canzone d’amore e Felicità puttana, ci hanno fatto ballare tutta l’estate, e ora hanno trovato la loro collocazione. Immancabile il romanticismo frugale marchiato Paradiso, che trova nella sua destrezza compositiva una formula irresistibile, capace di far innamorare anche i più cinici e restii.

Prosegue anche il sodalizio con il producer Matteo Cantaluppi, che contribuisce all’evoluzione stilistica del disco, rispetto ai precedenti lavori pubblicati dalla band: meno sintetizzatori eighties e più melodie pop dannatamente riuscite, senza una sola virgola fuori posto.

Asja Castelli