Voto

9

Mascherato da horror commerciale per adolescenti, The Neon Demon sfida il cinema accogliendo l’eredità provocatoria ed estremista di Lars von Trier, Lynch, Cronenberg e Jodorowsky. Il mondo della moda non è che un pretesto, uno spunto per una storia che progressivamente si dissolve e si abbandona tra le braccia di un estetismo violento, viscerale, divertente, luminoso e psichedelico.

Secondo una progressiva destrutturazione degli schemi narrativi, i dialoghi si trasformano in singole frasi taglienti e la trama perde un filo conduttore apparente; sono i conturbanti simbolismi a reggere l’essenza ultima del film: l’ossessione per la bellezza e l’essere disposti a tutto per impossessarsene sono il tormento degli adolescenti di oggi, che in piena crisi identitaria si aggrappano a modelli di vuota estetica nella speranza di poterne succhiare linfa vitale e di compensare così le proprie insicurezze.

Le lente carrellate all’indietro che indugiano sugli aspetti più eterei delle inquadrature a ritmo delle musiche magnificamente disturbanti di Cliff Martinez denunciano un mondo narcisista attraverso i suoi stessi lustrini e illusioni: solo travestendosi da modella sedicenne la regia di Refn è riuscita a trasmettere in modo così profondo l’orrore dell’apparenza e dell’estetismo fine a se stesso, irresistibile fascino demoniaco nella nostra società.

Benedetta Pini