Voto

5.5

Un noto e ormai obsoleto detto dice che dietro a ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. Ma dietro ad uno spietato serial killer quale donna si cela? È quello che cerca di indagare e mostrare Ted Bundy – Fascino Criminale, film dichiaratamente ispirato alle memorie di Elizabeth Kendall, fidanzata del noto criminale.

Nel 1969 a Seattle Ted (Zac Efron) e Liz (Lily Collins) sono una comune e spensierata coppia di innamorati. Ma qualcosa cambia quando nel 1974 il ragazzo, in seguito a un ordinario fermo della polizia, viene accusato di una serie di omicidi. Iniziano così vari processi a carico di Ted Bundy, che nella pellicola si alternano al punto di vista di Elizabeth, in modo equilibrato solo in apparenza. L’arco narrativo di Liz risulta infatti prevedibile e privo di mordente per gran parte del racconto, rivelandosi ardito e degno di particolare attenzione solo nel finale. Il ruolo della fidanzata soccombe e finisce sullo sfondo, in favore della potenza carismatica del personaggio di Ted Bundy. La sensazione è di trovarsi di fronte a un racconto superficiale, che saltando da un punto di vista all’altro, dalla sala di tribunale alla loro casa a Seattle, da un un uomo affascinante e determinato a una donna distrutta e inerme, non riesce a restituire in modo approfondito nessuna delle due realtà.

Per approfondire le vicende di quello che fu il primo grande caso mediatico degli USA, potete affidarvi alla docu-serie targata Netflix Conversazioni con un killer: il caso Bundy diretto da Joe Berlinger, regista dello stesso Ted Bundy – Fascino Criminale. Ed è proprio grazie a questo precedente lavoro documentaristico che Berlinger riesce a compensare la mancanza di tensione necessaria in un biopic su un serial killer con ricostruzioni di dettagli e di scene estremamente fedeli agli eventi reali. Nota di merito anche all’interpretazione di Kaya Scodelario nei panni di Carole Ann Boone, amica e poi amante di Ted, ma soprattutto alla performance di Zac Efron, che porta pubblico ad assumere una posizione conturbante nei confronti del disturbato manipolatore Bundy, arrivando persino a empatizzare con lui.

Francesca Riccio