In breve: Ti racconto una storia senza parole


In alcune rare occasioni accade che l’occhio venga catturato dalla bellezza e ne venga appagato. La bellezza non è di certo mancata sul palco del Ponchielli di Cremona quando lo scorso 24 aprile è andato in scena Lorca Sono Tutti, la nuova creazione del coreografo Diego Tortelli. Corpi meravigliosi di danzatori seducenti, coinvolti in una danza veloce fatta di incastri continui, di virtuosismi, di forza. Una danza bella, bella e impossibile: così pregna di struttura, di linguaggio, di calcolo maniacale da risultare quasi inespugnabile.

Dal titolo dell’opera si comprende il soggetto della stessa, ovvero il poeta Federico Garcia Lorca: interessante la scelta registica di affidare qualunque riferimento drammaturgico alla musica, composta da Francesco Sacco, alle videoproiezioni, create da Luca Condorelli, e a qualche dettaglio scenografico che, insieme ai costumi, riporta l’immaginario alla Spagna. La danza rimane invece completamente avulsa da qualsiasi connotazione inerente al tema. Un espediente che rende universale la storia raccontata: la presenza massiva di sensualità omosessuale in questa danza spezzata e scrupolosamente elaborata (possiamo definirla il “marchio di fabbrica” di Tortelli) rimanda a un’esperienza personale vicina e sentita dal regista, contro cui ha presumibilmente combattuto, della quale decide di parlare attraverso la vita del poeta spagnolo.

Le suggestioni create dalla musica tanto coinvolgente e incisiva e dai movimenti dei danzatori rimangono impresse negli occhi dello spettatore, proprio come la bellezza appagante di cui prima. Ma che effetto farebbe tutta questa bellezza se avesse la forza di penetrare oltre agli occhi e di spingersi fino all’anima?

Giada Vailati