Voto

7

L’album analizza la logica dei rapporti interpersonali, nel tentativo di decifrare il codice immateriale che le regola e le scelte che si affrontano lungo il percorso dell’esistenza. L’elettropop è la veste prescelta, coadiuvato dalla produzione di Michele Canova e dai testi di Lorenzo Cherubini, che firma cinque brani del disco e duetta con Samuel in Voleva un’anima. Ma non tutti i brani seguono questo schema. La statua della mia libertà, oltre a denunciare la problematica dell’immigrazione, è un brano in stile reggaeton dai toni ampiamente ritmati. La risposta, invece, rimanda alla linea stilistica dei Subsonica, brano che introduce nel disco tonalità di matrice onirica indirizzate verso il trip-hop.

Il codice della bellezza è un tentativo di destrutturare il concetto di collettività affinché emerga il singolo, con le relative problematiche e in relazione a i suoi rapporti con l’esterno, innalzando come soluzione definitiva un unico elemento: l’amore.

Sabino Forte