Voto

9

L’ultimo lavoro di Céline Sciamma è prima di tutto una meraviglia per gli occhi. La fotografia evoca ritratti fiamminghi e paesaggi romantici, gioca con i rossi, i verdi e i blu dei vestiti delle donne, con il mare in tempesta e con saloni illuminati a candela, pennella di luce ogni scena con una raffinatezza che seduce lo sguardo. L’amore che si vuole raccontare nasce proprio dall’osservazione, dal fascino per i dettagli impercettibili; un amore prima di tutto intellettuale ma che freme per diventare esplodere nella fisicità, e quando lo fa è di una tale potenza che non può fare a meno di durare tutta una vita.

Ogni elemento filmico è votato all’essenzialità, dalla sceneggiatura (premiata a Cannes 2019), che non si lascia mai scappare una parola di troppo e costruisce un sempre più fra le due protagoniste passo dopo passo, alla musica, che viene usata pochissimo, ma quando c’è esercita un impatto emotivo sconvolgente, raggiungendo il picco di intensità nell’ultima sequenza, un close-up di Adèle Haenel che mette i brividi.

Le interpretazioni di un cast quasi esclusivamente femminile, esclusa qualche comparsa all’inizio e alla fine del film, riescono a trasmettere con potenza straziante tutto quel non detto e tutta quella voglia di libertà, di possibilità che muove le protagoniste e le porta a vivere per qualche giorno, fra la spiaggia e le mura di un palazzo, nel loro mondo ideale, ritagliandosi un raro spazio spazio di vita vera.

Clara Sutton