Voto

6

Peter Landesman, giornalista d’inchiesta e autore di Parkland, decide di dare una voce alla storia del dottor Bennet Omalu, il neuropatologo schieratosi nel 2002 contro la NFL (National Football League) dopo aver scoperto l’esistenza di una malattia degenerativa che colpisce il cervello degli atleti a causa dei ripetuti traumi sul campo da gioco.

Interpretato da un combattivo Will Smith, il protagonista è un eroe che non si arrende davanti alle avversità e che ripropone senza particolari eccezioni il mito del self-made man tanto caro agli americani. Il valore aggiunto della pellicola è proprio l’attore americano, valorizzato dal regista con primi piani sul suo viso sofferente, che con i suoi occhi profondi riesce a comunicare un arcobaleno di emozioni.

La scelta di semplificare l’episodio rispetto ai fatti e alcune scene d’azione ben riuscite rendono Zona D’ombra un film di denuncia godibile, nonostante il montaggio non sia sempre all’altezza della situazione. Una pellicola senza troppe pretese ma veicolo di un messaggio importante: gli interessi politici ed economici dai quali dipende il mondo sportivo non possono mettere a repentaglio la vita degli atleti, che sono esseri umani e la cui vita ha un valore a prescindere dalle loro prestazioni fisiche.

Gabriele La Rosa