Voto

6

Omar Sy è un nome diventato garanzia di successo. Il badante di Quasi Amici torna sul grande schermo regalando al pubblico una performance straordinaria nel nuovo film di Roschdy Zem.

Dalla banlieue alla Ville Lumière, Chocolat arriva nei teatri francesi “dal paese delle mille colline e delle grandi scimmie” al ritmo di una risata contagiosa a cui è impossibile resistere, consacrando la coppia clownesca dell’Augusto e del Bianco insieme al suo compagno, il celebre Footit (James Thierrée). Il debutto e il successo a Parigi sono il frutto della grande ambizione dei due artisti, che con follia e audace genialità conquistano un pubblico esigente e una città in cui tutto è imprevedibile. Ma la frenesia parigina trascina presto Chocolat nel turbine senza via d’uscita del divertissement: accettato unicamente come artista, come uomo è privo di riconoscimento e dignità.

Il biopic del regista francese è di discreta qualità; risultano azzeccate la scelta della colonna sonora in crescendo che accompagna l’ascesa dell’artista e la ricostruzione in termini di costumi e scenografia. La pellicola, però, si dilata nel tempo con una melodrammaticità superflua che ne deteriora la compattezza e la fluidità. Ciò che manca al film, che di per sé rimane fedele alla vera storia di Rafael, è l’empatia con il pubblico, che segue la vicenda affascinato, divertito, ma non pienamente coinvolto.   

Il desiderio di emancipazione è il fil rouge del percorso della vita di Chocolat: il ragazzo lotta per essere accettato come uomo, per avere uno stato civile riconosciuto, per essere più di uno strumento di intrattenimento e per essere padrone di se stesso.

Vittoria Leardini