Voto

8

Dramma storico in costume, L’ufficiale e la spia è il racconto di Polanski del caso Dreyfus, una delle macchie nere giudiziare e militari più dense della storia francese degli ultimi due secoli. Una tensione a più riprese trascina lo spettatore in un climax ascendente che lo porta a un’identificazione almeno emotiva – se non totale – con Georges Picquart e la sua integrità energetica, espressa al massimo del suo carisma dall’interpretazione di Jean Dujardin. La sua è la ricerca di una verità al di là di quella posticcia imposta da uno stato a uno stato per mascherare un errore giudiziario: ecco il discorso etico che permea l’intero film.

La lezione è efficace, forte dell’esperienza e della capacità del regista di gestire i tempi narrativi, trascendendo dalla magnifica cornice estetica in cui questa storia umana è racchiusa e ponendo al centro non la vittima Dreyfus (un irriconoscibile Louis Garrell) ma una riflessione densa e autoreferenziale sull’essere umano e sul bisogno della ricerca di una verità fuori dal recinto istituzionale in cui viene stabilita.

Carlotta Magistris