Voto

7

Roy (Ian McKellen) e Betty (Helen Mirren) sono in cerca dell’amore. Nonostante la loro età, solitamente avversa all’uso della tecnologia, i due si incontrano per la prima volta a Londra dopo essersi conosciuti attraverso un sito d’incontri. Tra i due inizia un rapporto che sembra indirizzare il film verso il genere della commedia romantica, se non fosse che Roy è un truffatore in incognito, interessato a Betty solo per la sua ingente disponibilità economica. Questo segreto, di cui il pubblico è a conoscenza praticamente dall’inizio della pellicola, portano all’Inganno Perfetto (The Good Liar) anche qualche avvicente innesto di heist movie (di tipo individualistico). A metà film, un ulteriore plot twist (sconosciuto anche agli spettatori) sulla vera identità di Roy e legato alla Seconda Guerra Mondiale allontana definitivamente il racconto da qualsiasi tono leggero tipico della commedia sentimentale e vi instilla invece una tensione che accompagna lo spettatore a un’altra, sconvolgente, rivelazione. Le carte in tavola vengono rimescolate di nuovo e il film vira verso un altro genere ancora, quello del revenge movie.

Nonostante il rischio che tutti questi passaggi di genere possano essere considerati troppo repentini e inverosimili, è chiaro che il regista Bill Condon abbia deciso consapevolmente di osare e sfidare il pubblico, intrecciando la linea temporale del presente, segnata da un mistero palesato fin da subito, a un passato ingombrante che riguarda l’intera collettività e cela al contempo un segreto privato destinato a esplodere e turbare lo spettatore. Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle, L’inganno perfetto è un film che può contare sulla forza di due grandi interpretazioni e sull’abile gestione di un racconto non semplice che, forse con un po’ di fatica iniziale, riesce a evolversi in una narrazione turbinosa, coinvolgente e a tratti scioccante. Sicuramente non vi lascerà indifferenti.

Francesca Riccio