Voto

8

Un’uscita davvero faticosa quella di Tha Carter V, ultimo lavoro in studio di Lil Wayne, causata dai problemi con Birdman.

Pochi artisti hanno influenzato la scena rap attuale come Wayne, che può essere definito il padre legittimo dell’odierna scena trap. Titolo che vuole dimostrare di essersi guadagnato a buon diritto, e con questo disco lo mette in chiaro una volta per tutte. Composto da 23 brani, Tha Carter V presenta una mole musicale che, nell’era dei dischi formato 7 tracce – come Ye di Kanye West – , comporta un bel rischio. Tuttavia, ne vale la pena: l’ora e mezza di ascolto fila liscia come l’olio, grazie a una buona alternanza di momenti riflessivi e passaggi da club.

Gran parte del merito va alla produzione, che ha reso complementari le tracce nella loro diversità, ottenendo un prodotto coeso ma mai monotono. Complice il flow di Lil Wayne, che alterna tecnicismi e momenti più mumble dimostrando la sua capacità di utilizzare la voce in modi differenti.

Fondamentali le collaborazioni (10 su 23 tracce): Don’t Cry con il compianto XXXtentacion, Mona Lisa featuring Kendrick Lamar e Let It Fly insieme a Travis Scott. Insomma, Tha Carter V è il riassunto delle migliori qualità di Dwayne Michael Carter Jr.

Marco Bianchessi