Voto

7

“Noi siamo nulla. Ciò che cerchiamo è tutto”. È con una citazione di Hölderlin che si apre il sipario sul teatro metropolitano, vero protagonista a fianco di Orfeo, del cortometraggio del giovane Rodolfo Lissa L’Eremita nella Notte (2020), presto disponibile online. È infatti davanti a un’invadente skyline metropolitana che si staglia la figura di Orfeo, giovane dai pensieri indistinti, così come indistinti sono i confini tra realtà ed immaginario, tra vita ed onirico. Proprio da questo stato di inconsistenza che parte il confusionario viaggio di un giovane inserito quasi per sbaglio in quella che potrebbe essere una città europea qualsiasi, scontrandosi con un catalogo nero di esseri umani che sembrano sfiorarlo e allo stesso tempo trapassarlo.

L’eremita, Orfeo, non è altro che un tentativo di ritrarre il modello di giovane contemporaneo che è allo stesso tempo specchio e spugna della società in cui è calato, respingendola ma inevitabilmente inglobandola a sé, con conseguenze spesso alienanti e tossiche. Un’ambizione e una sfida decisamente ardua quella di concentrare in 14 minuti il malessere che nasce dalla consapevolezza della mancanza di libertà, la crisi dell’entrata nell’età adulta, le domande senza risposta sul chi e dove siamo, chi e cosa ci può definire, e quanto di tutto questo sfugge inevitabilmente al nostro controllo. Il piccolo formato ne esce purtroppo sovraccarico e l’impressione di incompletezza è quasi inevitabile, ma L’Eremita nella Notte cerca di ottimizzarne gli spazi: con un impianto visivo capace di valorizzare la presenza invadente della metropoli, con la sua fredda luna e le sue luci stroboscopiche, prova a dare alle immagini ciò che le parole non hanno il tempo di dire.

Chiara Ghidelli