1. “Same, same but different”

Scordatevela la Sabrina vita da strega degli anni ’90. Partiamo dalle basi: la serie prendeva spunto dai lavori di Archie Comics (1962), mentre Le terrificanti avventure di Sabrina si ispira alla saga di fumetti di Roberto Aguirre-Sacasa (2014). Per questo è sbagliato ritenere la nuova serie di Sabrina un reboot di quella degli anni ’90: Le terrificanti avventure di Sabtina è, in realtà, uno spin-off di Riverdale, serie ideata proprio da Aguirre-Sacasa.

2. Groove anni ’60

La serie si distingue dalla sua antenata sopratutto per l’ambientazione: Vancouver (Canada) diventa la location ideale  per ricreare la fittizia cittadina di Greendale, tetra grigia e circondata da foreste. Genuinamente inquietante. La casa Spellman, con i suoi corridoi rivestiti di carta da parati, specchi e luci soffuse (spesso candele) assume un carattere ambiguo, accogliente ma allo stesso tempo inquietante. Non si può fare a meno di notare la virata vintage della serie rispetto agli anni ’90: la maggior parte degli interni e delle forniture, dai colori pastello e dalle forme tondeggianti,richiamano gli anni ’60 in omaggio al fumetto originale. Eppure, le citazioni cinematografiche, la colonna sonora e gli outfit dei personaggi risultano contemporanei, creando un cortocircuito che dà alla serie un tono atemporale. Ve li immaginate gli anni ’60 con lo smartphone?

3. “È un uomo, no?”

Sabrina non rinuncia né alla vita da umana, né alla vita da strega, vuole sia il potere che la libertà. Emblematico il commento di Prudence (Tati Gabrielle) riguardo a questa duplice condizione desiderata da Sabrina (Kiernan Shipka), che rende manifesto uno dei temi su cui ruota l’intera serie: abbattere il patriarcato. Che sia Satana, il preside della Baxter High o Padre Blackwood (Richard Coyle), Sabrina mette in discussione le tradizioni retrograde nel caso del mondo sovrumano e il bullismo nel mondo umano. Personaggio figlio del suo tempo, affezionata all’autonomia e all’identità, Sabrina non è assolutamente disposta ad accettare di essere sottomessa e non ha paura di esprimere la propria opinione.

4. WICCA

La fondazione del club WICCA (Women’s Intersectional Cultural and Creativa Association) – nome che non a caso coincide con quello di una fede neopagana misterica – apre le porte della serie alla tematica multi-gender. Susi (Lachlan Watson), amica di Sabrina, rifiuta di riconoscersi in un sesso specifico, e per questa ragione viene bullizzata dai suoi coetanei. Stupisce la presenza di una tematica delicata, sopratutto all’interno di un horror teen drama; e in effetto lo spazio concessogli è piuttosto misero. Emerge nuovamente una protagonista femminista e combattiva, più una Buffy Sarah Michelle Gellar che la vecchia Sabrina (Melissa Joan Hart).

5. Tremate, tremate, le streghe son tornate!

La serie concede un ampio spazio all’esplorazione del mondo non umano, in particolare alle zie di Sabrina, zia Hilda (Lucy Davis) e zia Zelda (Miranda Otto). Quest’ultima è politicamente scorretta, ironica e severa, un personaggio anticonvenzionale che suscita il tipico amore-odio nello spettatore senza risultare mai stereotipata. Tutti i membri della Chiesa della Notte sono personaggi ben sviluppati, da Padre Blackwood alle Weird Sister, ma, al contrario, il mondo umano arranca: Harvey (Ross Lynch) nei primi episodi ricalca il ruolo del tipico Romeo e nel corso degli episodi assume maggior spessore, però non si può dire lo stesso di Susie e Roz (Jaz Sinclair), che rimangono poco rilevanti.

Daniela Addea