Voto

9

Se fosse stato solo per la prima parte – fino al, a mio parere terribile, intervallo reintrodotto nei multisala – non avrebbe nulla da invidiare ad altri film di questo genere: lui e lei innamorati, crisi economica, il matrimonio si sfalda, lei scompare. Ma è proprio qui, dove tanti film finiscono, che L’amore bugiardo – maledetta distribuzione che stravolge i titoli originali – inizia, piombando in un’atmosfera angosciante, quasi claustrofobica, fatta di sangue, violenza e inganni.

Il film si tinge di nero e rosso grazie all’eccezionale performance di un’intrigante Rosamund Pike nelle vesti di una perfetta Black Dahlia – la bella protagonista Amy, casalinga annoiata alla Desperate Housewives – che muove gli altri personaggi come fossero pedine su una scacchiera, in primis il suo adorato marito Nick – il monoespressivo ma adeguato Ben Affleck. Chiari rimandi all’elegante stile dell’Hitchcock noir, in particolare a Vertigo – La donna che visse due volte: come Madeleine/Judy anche Amy recita un ruolo, e la sua vita diventa tutta una messinscena finalizzata al suo macchinoso e frustrato piano di vendetta.

Vedere rappresentata sul grande schermo la nostra società, senza compromessi né giustificazioni, nelle sue tinte più scure, anzi oscure, è profondamente angosciante e permette di mostrare ciò che – ahimè – veramente è: una massa di figure, non individui, in cui la facciata e l’apparenza sono le uniche cose che contino e interessino davvero, che, insomma, facciano audience. Tutti giudicano tutto e tutti senza conoscere, senza cognizione di causa, senza indagare cause ed effetti, ma basandosi su effimeri stereotipi. I social media si ergono a strumento privilegiato di questo malsano meccanismo che divora chiunque si trovi indifeso o impreparato. Inevitabile non pensare alla serie TV Black Mirror, che di questa lettura realisticamente cruda della società del XXI secolo ne fa il suo punto di forza e attrazione.
Un thriller non perfetto, ma secco e diretto, che ti schiaccia nella poltrona e ti toglie il respiro con dei colpi di scena verosimili in modo inquietante.

Benedetta Pini