Voto

4

Presentato in anteprima alla 50+1 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (sezione Eventi Speciali) – festival di cui vi abbiamo già parlato qui –, il film di Peter Marcias racconta la protesta di quindici marinai presso il porto di Cagliari a settembre 2013: gli era stata ingiustamente negata la retribuzione.

Questa vicenda diventa l’oggetto del film nel film, cioè del documentario girato dal protagonista Salvatore, un giovane studente universitario, per la propria tesi di laurea. E risiede proprio in questa cornice l’unico, ma rilevante, punto debole della pellicola; l’immedesimarsi di Salvatore nei soggetti delle sue riprese e  l’ambiguo rapporto tra lui e la docente Maria Mercadante – interpretata da una ridicola Francesca Neri – sono al limite del patetico. L’assenza di spontaneità nelle prestazioni di questi due attori si scontra violentemente con la naturalezza sentita e sofferta dei (veri) marinai in sciopero, protagonisti della parte documentaristica  l’unica degna di nota. Questo teatrino tra l’alunno in cerca di indipendenza e l’insegnante ostentatamente “alla mano” raggiunge il culmine nei banali scontri dialettici tra Salvatore e Maria, che suscitano il riso dello spettatore e distolgono purtroppo l’attenzione dalla portata tragica degli eventi documentati.

Il cuore del film porta lo spettatore a riflettere in senso più ampio (o meglio, “più in generale”) sull’indignante condizione in cui si  trova oggi l’Italia, e che accomuna molti di noi. La Nostra quarantena è un crudo e angosciante racconto documentaristico, nobile nell’intento e ben riuscito nella regia e nella fotografia, adeguate a rappresentare il dramma che avviluppa la nostra epoca. La dignità e il pathos che caratterizzano le parti documentaristiche mancano però totalmente al contesto contemporaneo in cui sono inserite; contesto che, in virtù del proprio ruolo di rilievo in quanto cornice, trascina con sé nel baratro tutto ciò che racchiude.

Benedetta Pini e Federica Romanò