Voto

7

Settantadue giri di giostra compiuti e nessuna voglia di scendere dall’ottovolante. Potrebbe bastare questa immagine a descrivere Free, l’ultimo lavoro in studio di Iggy Pop. Un album spiazzante, che rielabora la storia di uno degli ultimi miti del rock svincolandosi dal leitmotiv punk per scivolare, non sempre positivamente, in una dimensione altra, tra acid jazz e momenti recitati. Basti pensare a Do Not Go Gentle into That Good Night di Dylan Thomas e l’apertura della titletrack, con cui Iggy Pop dichiara il manifesto di questa nuova fase.

Leron Thomas e Sarah Lipstate, collaboratori fondamentali per l’intero progetto, hanno il merito di aver contamitato la classica sezione ritmica di Iggy Pop (evidente in brani come James Bond) con incursioni di tromba che alternano sonoritàlatin jazz a suoni più grotteschi ;sempre in crescendo, specie nelle tracce di maggior rilievo come Loves Missing e Sonali.

Free è un lavoro godibile che può romanticamente essere interpretato come un omaggio all’ultima fatica in studio dell’amico fraterno David Bowie.

Gabriel Carlevale