Voto

7

È un folk raffinatissimo quello che Glen Hansard propone nel suo nuovo lavoro Between Two Shores. Giunto al terzo album solista, che si affianca alla sua prolifica attività con i The Frames e i The Swell Season, il cantautore irlandese apre il proprio cuore e realizza un disco intimo, pieno zeppo di ballad da sentire con trasporto e che convincono subito l’ascoltatore.

La sensazione è quella di trovarsi a viaggiare su un flusso sonoro naturale e liscio, come in navigazione su un fiume calmo. La voce dolce di Hansard accarezza con cura ogni brano, senza mai sconfinare in urla o gorgheggi eccessivi, supportata da una chitarra acustica onnipresente che non cede però a manie di protagonismo. Le chitarre elettriche eteree (rigorosamente in clean) puntellano l’ascolto con comparse più o meno importanti (magnifiche in One Of Us Will Lose) e si legano alla perfezione con l’organo (molto usato nell’album, soprattutto in pezzi come Wheels on Fire e Movin’ on). Il pianoforte riceve il suo degno momento in Time Will Be The Healer, anche se è possibile ascoltarlo sporadicamente nel resto del disco. I fiati e gli archi, infine, completano gli arrangiamenti con partiture squisite (Lucky Man e Your Heart’s Not In It), aggiungendo all’album un sapore nostalgico ed estremamente intimistico.

Glen Hansard porta alla luce un lavoro raffinato, dalla produzione pulitissima, e fa, come ogni buon cantautore, della passione la sua energia primaria: con un disco che parla di amore e di rivalsa, il musicista irlandese scalda con successo i cuori e le orecchie degli ascoltatori.

Federico Bacci