Voto

5

Film del 2007 diretto da Jarrett Schaefer e basato sul libro Let Me Take You Down: Inside the Mind of Mark David Chapman di Jack Jones, Chapter 27 – disponibile su Amazon Prime Video – ripercorre gli ultimi giorni di John Lennon visti dalla prospettiva del suo folle assassino, Mark David Chapman. Il racconto copre un arco temporale ristretto a pochissimi giorni, proprio quelli che hanno preceduto l’8 dicembre 1980, data in cui in cui Lennon fu assassinato all’ingresso del Dakota Building, la sua abitazione newyorkese in cui viveva con Yoko Ono e il figlio Sean, di soli 5 anni.

Non molto apprezzato dalla critica – se non per l’interpretazione di Jared Leto –, il film è stato anche duramente contestato dalle persone vicine a Lennon, come Yoko Ono, il figlio Sean e Paul McCartney. In particolare Yoko Ono, sostenuta dai numerosissimi fan di Lennon, ha sottolineato la totale mancanza di empatia nell’operazione mediatica costruita attorno film. Ai tempi dell’anteprima al Sundance Film Festival, infatti, Yoko Ono ha rilasciato alcune interviste in cui raccontava di come sia lei che Paul McCartney si fossero impegnati a non nominare mai l’assassino di Lennon, per evitare di dargli la fama che lui stesso aveva cercato, invitando i fan di fare lo stesso. Mentre il film va esattamente nella direzione opposta. Prima della proiezione, fu persino promossa una petizione online per boicottare la pellicola, che in effetti non ebbe un grande successo al botteghino.

Il titolo si riferisce al 27esimo capitolo mai scritto de Il giovane Holden di J. D. Salinger, il libro da cui era ossessionato Chapman e la sera in cui uccise Lennon fu trovato dalla polizia intento a leggere nei pressi del luogo, seduto su un gradino. La psicopatologia di Chapman era degenerata a tal punto che si era convinto di essere la reincarnazione di Holden Caulfield, il protagonista del romanzo, e Chapter 27 tenta dunque di spiegare il meccanismo che lo ha portato a questo delirio, indagando legami e affinità tra il personaggio del libro di Salinger e Chapman. Tuttavia, nonostante la fascinazione insita in questi meccanismi psicologici, il film li affronta in modo superficiale e approssimativo, non riuscendo a sviluppare una riflessione esaustiva. D’altra parte, a interpretare il ruolo di Mark David Chapman c’è un incredibile Jared Leto, costretto a ingrassare oltre 30 kg per entrare nella parte.

Dal film emerge il meccanismo perverso dietro all’azione di Chapman, assimilabile a quello degli hater sui social di oggi: la convinzione che uccidere Lennon fosse la giusta punizione per un idolo che l’aveva illuso e poi deluso, dimostrandosi un uomo che predicava certi concetti per poi praticarne altri, a partire dal suo stile di vita da ricco borghese. È proprio in quel periodo, l’inizio degli anni ’80, che l’uso sempre più invasivo dei mezzi di comunicazione di massa rese più facile scovare notizie sui propri idoli, scoprendo i retroscena della loro vita privata e tutte le contraddizioni annesse. Ironia della sorte, in quella che poi sarà la sua ultima intervista (rilasciata ad Andy Peebles della BBC), Lennon dichiarò che a New York si sentiva libero di uscire, passeggiare, andare al ristorante o al cinema, perché i fan si sono sempre comportati in maniera distaccata e per lo più chiedevano un autografo. Ed è proprio questo che fece anche Champan la sera dell’8 dicembre, poche ore prima di aspettarlo sotto casa al suo rientro e sparargli mortalmente.

Caterina Giangrasso