Voto

7

Dalle periferie romane al palco di Sanremo, Achille Lauro ha gradualmente conquistato il pubblico, ampliandone la cerchia dai fanatici del rap agli ordinari ascoltatori radiofonici. Dopo l’esordio come rapper nel 2012 e le attenzioni di Shablo e Marracash, che lo hanno inserito nella rosa di Roccia Music, nel 2018 ha iniziato ad attirare l’attenzione con Pour L’Amour, raggiungendo così il palco del Primo Maggio romano (con un outfit decisamente appariscente, tanto quanto la sua performance). Infine Sanremo con Rolls Royce, conquistando definitivamente l’audience – incluso Vasco Rossi, suo grande punto di riferimento.

E così arriva 1969, un disco privo di segregazioni di genere ma che, al contrario, segue la sola regola della ricerca musicale. Nonostante il sottofondo sia cambiato, il racconto rimane fedele – tra periferie e riscatti.
Nelle 10 tracce che si susseguono per un totale di mezz’ora, Lauro spazia tra il rock di Rolls Royce e Cadillac e il pop di Je t’aime, tra sperimentazioni elettroniche Zucchero si candida a hit del disco – e il rap più classico.

Anna Laura Tiberini