Leggo la newsletter della Cineteca di Milano: 2001: Odissea nello spazio in 70mm presso lo Spazio Oberdan a Milano. Sogno o son desto?
Ebbene sì. È tutto vero.

Peccato che l’unico modo per procurarsi i biglietti in anticipo – servizio eccezionale di prenotazione per questa occasione speciale – fosse quello di recarsi alla biglietteria dello Spazio Oberdan e non solo, esclusivamente durante gli orari in cui la sala Alda Merini era aperta per altre proiezioni. Insomma, o uno vive a due passi da Porta Venezia o non ha nulla da fare nella vita, altrimenti – specialmente nel periodo natalizio durante il quale ogni movimento a Milano è una dura lotta – era pressoché impossibile avere un posto sicuro. Ah no, è vero, ci si poteva sempre recare alla biglietteria un’ora prima dello spettacolo delle 21.00 di sabato 20 dicembre. Beh, comodo.
Ma per 2001: Odissea nello spazio sul grande schermo questo ed altro, certo.
Alle 20.30 eravamo in pole position dato che, nonostante fossimo riusciti a prenotare il biglietto – sold out dopo pochi minuti dall’apertura delle casse, manco fossimo a un concerto dei Rolling Stones – i posti non erano stati assegnati e il rischio di capitare nelle prime file era molto alto.

Definizione 6 volte superiore a quella del 35 mm – questo significa in 70 mm, la dimensione dello schermo non c’entra – suono magnetico, una grana quasi palpabile, contrasto e profondità di campo maggiori, irraggiungibili con il 4K. Fascinazione totale ed avvolgente.
Una nota di merito per chi ha curato la filologica proiezione è da riconoscere. Tutto è stato come Kubrick aveva voluto e vorrebbe tutt’oggi, con anche l’intermission di 2 minuti di pellicola nera a esattamente 1.27.
È impressionante pensare che sia stato girato nel 1968 – ben 46 anni prima di Interstellar – rimanendo ancora oggi estremamente attuale, anzi visionario e innovativo, basti pensare alla colonna sonora, entrata nella testa di chi il film neanche l’ha visto. Vederlo a distanza di poco più di un mese da Interstellar rende possibile e quasi immediato riconoscere tutte le citazioni e i rimandi tra i due film, così cronologicamente lontani eppure così cinematograficamente vicini.

L’amata pellicola per l’ennesima volta trionfa nettamente sul digitale, si spera non per esalare l’ultimo spiro. Un’esperienza – perché di questo si tratta – immancabile nel bagaglio di qualsiasi cineasta, cinefilo o nerd. Fortunato chi se l’è goduta. Vergogna per chi se l’è persa. Dispiacere per chi non è riuscito a esserci.

Benedetta Pini